Lotto marzo a Schio! Marcia delle donne
Cooperativa Samarcanda partecipa alla Marcia delle Donne dell’8 marzo a Schio. Condividiamo l’appello e invitiamo tutt* a partecipare.
A tutte le Associazioni, le Cooperative e i gruppi informali:
Inviamo in un appello per la giornata dell’8 marzo che potrà essere sottoscritto da tutte le associazioni, le cooperative e i gruppi informali che si riconoscono negli intenti.
Vi preghiamo di leggerlo, sottoscriverlo e diffonderlo per permettere a più persone possibili di venire a conoscenza dell’iniziativa e delle sue motivazioni.
Il giorno 8 marzo, all’interno dello Sciopero Internazionale delle Donne, si svolgerà a Schio la Marcia delle Donne. L’appuntamento sarà per le ore 20 in Piazza Alessandro Rossi per partire poi in marcia nelle vie della città. L’idea è di creare una marcia colorata e comunicativa, ognuno potrà esprimersi scrivendo il proprio cartello da esibire durante l’iniziativa. La marcia inoltre accoglie l’indicazione nazionale che chiede di indossare per quel giorno il nero e il fucsia.
[link evento: https://www.facebook.com/events/268482273576871/]
Per permettere di partecipare alla giornata di sciopero anche chi non può assentarsi dal lavoro saranno preparati – per le associazioni che lo richiederanno – dei volantini che spieghino il senso della giornata e delle coccarde fucsia da esibire sul luogo di lavoro, oltre all’indicazione del nero e fucsia nei vestiti.
Di seguito il comunicato.
Siamo disponibili a qualsiasi chiarimento (starfish.schio@gmail.com)
Collettivo Starfish
Cooperativa Samarcanda
Associazione Il Cerchio delle Donne
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APPELLO ALLE ASSOCIAZIONI, ALLE COOPERATIVE E AI GRUPPI INFORMALI:
8 MARZO – MARCIA DELLE DONNE A SCHIO: NON UNA DI MENO!
La manifestazione “Non Una di Meno”, svoltasi a Roma il 26 novembre scorso, ha ribadito che la violenza di genere si articola in varie forme, legate alle dinamiche dello sfruttamento lavorativo, alla mancanza di norme adeguate per la salute riproduttiva e sessuale delle donne e a un sistema di comunicazione sempre più penalizzante per le donne e per la comunità LGBTQI.
L’eccezionale partecipazione a quella giornata e i molti movimenti che stanno prendendo piede a livello internazionale ci ricordano quanto queste tematiche siano fondamentali e come la risoluzione delle questioni ad esse legate debba essere posta come obiettivo a breve termine.
Purtroppo però le risposte istituzionali a problemi decisamente urgenti come quelli sopracitati sono tardive, o insufficienti, o del tutto inesistenti: da parte delle istituzioni si riscontrano solo rare e deboli prese di posizione non supportate da alcuna riflessione approfondita sui temi del welfare, del corpo delle donne e della discriminazione di genere.
Quando si parla di violenza di genere spesso immaginiamo le dinamiche sensazionaliste dei titoli dei giornali, ma questi sono solo i risultati più eclatanti di una diffusa indifferenza verso tutte le dinamiche che portano a questo: primo fra tutti, il lavoro precario, le cui vittime sono spesso le fasce più deboli economicamente e socialmente. È necessaria una maggiore tutela delle donne precarie, delle donne migranti – spesso relegate a lavori di cura sottopagati o in nero -, perché dalla violenza si esce solo con l’autonomia, e un reddito dignitoso e sicuro è il primo passo verso l’autodeterminazione.
Ribadiamo l’importanza dei centri antiviolenza e degli sportelli che si occupano di aiutare le donne in situazioni di difficoltà: molti di essi, in Italia, hanno chiuso o subìto tagli importanti tali da mettere a rischio la gestione di questi luoghi, indispensabili per il contrasto alla violenza. Mancano inoltre i fondi per sostenere percorsi di fuoriuscita dalla violenza, essenziali perché le donne recuperino la loro autonomia e la possibilità di autodeterminarsi.
Pensiamo che la scuola pubblica debba prevenire e contrastare la violenza di genere, diventando uno snodo fondamentale dell’educazione sessuale e affettiva, dall’asilo fino all’università, perché la violenza si combatte con la cultura e non con un semplice inasprimento delle pene.
Difendiamo la legge 194 e il diritto della donna a decidere della propria salute sessuale e riproduttiva. Auspichiamo la diffusione della Ru486 e ne chiediamo il pieno accesso, insieme all’abolizione dell’obiezione di coscienza, che in alcune regioni d’Italia tocca il 93% del personale medico, impedendo di fatto alle donne l’accesso a un’interruzione di gravidanza sicura e gratuita.
Pretendiamo infine, da parte di giornali e media, un linguaggio inclusivo e rappresentativo di tutte le donne, incluse le donne transgender. Lavorare sul linguaggio è importante, è il sintomo di una società che si adegua alla complessità del presente, perché la dignità inizia prima di tutto da una narrazione corretta e rispettosa delle persone.
Vogliamo dunque costruire insieme, nella città di Schio, una giornata di lotta e di discussione sui temi dei diritti delle donne: contro la chiusura dei centri antiviolenza; contro la violenza di genere e contro un linguaggio sempre più sessista e misogino, che discrimina la comunità LGBTQI e che rappresenta le donne come oggetti passivi e stereotipati; per maggiori garanzie sul luogo di lavoro, per le donne migranti, per le donne disabili, per le pensionate, le studentesse e le lavoratrici tutte: perché senza diritti non c’è libertà, né giustizia.
L’appuntamento è alle ore 20.00 di mercoledì 8 marzo in Piazza A. Rossi (Piazza Duomo) a Schio. Da lì ci muoveremo per le vie della città.
Chiediamo alle associazioni, alle cooperative e ai gruppi informali della città e dei dintorni, che lavorano quotidianamente su queste tematiche, di sottoscrivere e diffondere questo appello.
PRIMI FIRMATARI:
Collettivo Starfish
Cooperativa Samarcanda
Associazione Il Cerchio delle Donne
Coordinamento Studentesco Schio
Polisportiva Sans Papiers
Centro Sociale Arcadia
ADL Cobas Schio